La Creazione secondo i Veda.
Dall’interazione e dalla trasformazione delle energie divine avviene la creazione.
La Manu Samhita (1.1.5-6) comincia descrivendo la creazione da questo punto:
asid idam tamo bhutam aprajnatam alaksanam
apratarkyam avijneyam prasuptam iva sarvatah
tatah svayambhur bhagavan avyaktavyam jayan idam
mahabhutadi vrtaujah pradur asin tamonudah
Proprio prima che cominciasse il movimento creativo, la potenza marginale del Signore (la tatastha-sakti, costituita delle innumerevoli anime individuali) era in uno stato di equilibrio. Asid idam tamo bhutam: tutto era nelle tenebre, completamente avvolto nell’ignoranza. Alaksanam significa che non c’era la possibilità di fare alcuna stima; non esisteva nessun sintomo o evidenza di realtà per mezzo del quale si potesse congetturare o fare illazioni sulla natura della realtà stessa. Possiamo solo dire che era completamente immersa in un sonno profondo. L’analogia del sonno profondo può darci una sorta di concezione di quel periodo: prasuptam iva sarvatra. L’esistenza materiale si trovava come in un sonno profondo.
In quel momento, ebbe inizio un movimento dall’interno del mondo spirituale, e venne la luce. La luce fu vista dai ‘vedenti’. Quella luce era pre-esistente, ma in quel momento i ‘vedenti’ ricevettero la visione per vedere la luce. Cominciarono a vedere. La prima concezione di questo mondo materiale dopo la luce fu l’acqua. La luce rivelò una sostanza simile all’acqua. Quella luce originaria è comparata a una personalità. Luce significa coscienza, e coscienza significa personalità. Quella luce, o personalità, prima diede nascita agli spettatori, a coloro che percepiscono l’esistenza materiale, e quindi a una sostanza oggettiva come l’acqua. Quell’acqua è conosciuta come viraja, o sostanza causale. Ciò che nel vocabolario Vaisnava è conosciuto come brahmaloka, il mondo della coscienza, è rappresentato dalla luce, e viraja, o la sostanza causale, è rappresentato dall’acqua. Quindi i semi della coscienza vennero seminati nell’acqua causale che è l’ombra di quella luce. Sebbene l’elemento reale dell’acqua fu creato molto più tardi, la prima concezione di materia (prakriti) è paragonata all’acqua, in quanto l’acqua è una soluzione accomodante, mobile. La parola sanscrita per acqua (apa) significa “di una concezione inferiore”. In questo modo cominciò la creazione inferiore. Allora, dalla connessione dei semi di coscienza con l’acqua primaria, la produzione successiva fu ciò che è conosciuto come mahat-tattva: l’energia della coscienza rappresentata dalla luce, mescolata con la materia come una massa. La massa di materia infusa dell’energia della luce/coscienza, è conosciuta come mahat-tattva.
Quindi si sviluppa prima una massa di ego generale, l’ahankara. L’elemento dell’ego conglomerato (questo vuol dire tutto l’ahankara, l’ahankara “madre”) Dopo un ulteriore sviluppo, quell’entità
i suddivise in molte unità di ahankara, l’elemento dell’ego. Nel momento in cui una sostanza oggettiva evolve per l’influenza della coscienza, si esprime in cinque ingredienti principali: ciò che può essere visto, odorato, udito, gustato e toccato. Questi cinque elementi sono i principi primitivi dell’esistenza materiale. Quindi quel quintuplice principio si sviluppò in tre fasi: sattva, raja, tamah ossia virtù, passione e ignoranza (i tre guna, o qualità della natura materiale). Esprimendosi come etere, suono, senso dell’udito e orecchio; aria, massa, senso del tatto e pelle; fuoco, colore, senso della vista e occhio; acqua, gusto, senso del gusto e lingua; e terra, aroma, senso dell’odorato e naso. Ci sono ventiquattro elementi: il sé, tre elementi sottili (prakriti, mahat-tattva, e ahankara), cinque elementi grossolani, cinque sensi, cinque oggetti dei sensi, cinque strumenti percettivi dei sensi.
In questo modo, lo sviluppo del mondo materiale è stato descritto come disceso attraverso un procedimento che evolve dal sottile al grossolano, dalla coscienza alla materia.
Con la dissoluzione dell’energia materiale, l’atma o anima individuale, è riassorbita nel brahman, nella massa di coscienza indifferenziata, mentre gli elementi grossolani gradualmente si dissolvono
nel sottile fino a quando, in ultimo, rientrano nella sottile espressione dell’esistenza materiale conosciuta come prakriti: l’acquosa, sottile sostanza causale.
Che ruolo giocano le anime individuali nel processo della creazione? L’energia materiale manifesta la materia dell’universo mondano che si riempie di forme di vita mobili e immobili, ossia di anime-jiva, per la volontà del Signore. Nella Sua forma di Vishnu, Krishna getta il Suo sguardo su Maya. Per mezzo del Suo sguardo infonde il Suo potere, il Suo lingam,
il potere maschile, nella prakriti, la natura materiale. Tal-lingam bhagavan sambhur (Sri Brahma-samhita: 5.8), la personificazione di quel potere riproduttivo lanciato da Vishnu è Sambhu, il Signore Siva.
Quando Vishnu getta il Suo sguardo su Maya appare la forma di Sambhu ed è Sambhu che tocca direttamente Maya, l’energia materiale. Il potere neutrale di Vishnu (tatastha sakti), costituito delle anime-jiva individuali, entra nel grembo della natura materiale grazie a Sambhu e quindi si suddivide in milioni e milioni di parti. In questo modo tutte le anime-jiva entrano nel mondo materiale e attivano l’energia materiale. Nella Brahma-samhita è spiegato in che modo l’anima, come un raggio di coscienza, si mescola con l’energia materiale. Coscienza e prakriti (energia materiale), le concezioni più originarie di nergia, sono categoricamente differenti. La coscienza conglomerata viene a contatto con una massa di energia e, mentre si mescolano insieme, si sviluppa un ego generale. Inizialmente viene creato un falso ego generale, conglomerato (ahankara). Quell’ego generale si dissolve gradualmente in innumerevoli ego, e la coscienza conglomerata si distribuisce in forma di unità individuali di coscienza assorbite nell’energia materiale. In questo modo, gradualmente, le anime condizionate individuali scendono e rimangono impigliate all’interno del mondo materiale.
Questo mondo talvolta si espande e talvolta si contrae. Nello stesso modo in cui il cuore si espande e contrae ancora e ancora, l’intero universo si espande e contrae. Raggruppandosi nell’uno, e ancora manifestandosi nei molti (l’uno e i molti), ha luogo l’evoluzione e la dissoluzione dell’universo materiale. Come un cuore si espande e si contrae, l’intero universo materiale è manifestato e riassorbito.
Articolo tratto da: “Creazione e Evoluzione nei Veda: un altro punto di vista” disponibile al seguente link:
“Creazione e Evoluzione nei Veda: un altro punto di vista“
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